di Circolo Giovani Democratici Adda Martesana
“Per ricordare coloro che, a rischio della vita, si batterono per riconquistare la libertà e la democrazia per tutti, anche per coloro che vorrebbero soffocarla”
— Cippo di largo Riboldi-Mattavelli
Il giorno prima che la Lombardia fosse decretata zona rossa, come Giovani Democratici Adda-Martesana abbiamo aderito all’iniziativa di Anpi Cernusco “Porta un fiore al partigiano”, presentata il 29 ottobre contro l’apertura della libreria “Altaforte”: casa editrice di Casapound e vicina all’ideologia di estrema destra, famigerata per la pubblicazione di libri controversi come “Mussolini e la sua filosofia”; “Il teatrino africano”; “Attacco alla famiglia”.
Il nostro fiore, portato al cippo dei partigiani Cesare Riboldi e Luigi Mattavelli, lungo Viale Assunta a Cernusco, si è unito a quello di moltissime altre persone nell’intento di mettere in atto un’azione di memoria collettiva e di lotta.
Ma facciamo un passo indietro.
Cernusco – città fermamente democratica e antifascista – è stata individuata, ormai da tempo, da ambienti di estrema destra non solo come luogo di riferimento, ma anche come sede di affari.
Già con l’apertura di Pivert in piazza Matteotti, cuore della Resistenza cernuschese, aveva trovato spazio un negozio di abbigliamento il cui imprenditore è Francesco Polacchi, militante di Casapound – anzi, Coordinatore regionale della Lombardia – con tanto di precedenti penali legati a violenze fisiche. È stato lui stesso a definirsi fascista durante il programma “La Zanzara”, su Radio 24: “E sono fascista, sì. Lo dico senza problemi. L’antifascismo è il vero male di questo Paese”.
È curioso notare come il marchio Pivert non solo sia prediletto da soggetti riconducibili a movimenti di estrema destra ma adotta una comunicazione ad d’ispirazione sovranista. Nel 2018 Matteo Salvini indossò una giacca Pivert, sollevando polemiche da una parte e felicitazioni da Casapound e da Polacchi stesso. Sì, lo stesso Polacchi protagonista dell’apertura della libreria Altaforte, in Piazza Ghezzi a Cernusco.
La casa editrice, già esclusa dal Salone del Libro di Torino, non esita ad esporre libri al limite dell’apologia di fascismo e le copertine della nota rivista sovranista “Primato Nazionale”.
Una libreria del genere è chiaro si tratti sostanzialmente di un magazzino per la vendite online e per rifornire le altre – poche – librerie che propongono i loro libri.
Una vetrina violenta e fortemente provocatoria, che ipotizziamo possa fungere da punto di snodo per questi movimenti. Il timore è che la Città diventi un vero centro nevralgico dal quale pianificare azioni.
Abbiamo visto come ultimamente le proteste di coloro contrari alle chiusure del Governo per contenere i contagi di Covid19 siano spesso guidati da esponenti di estrema destra. Anche a Cernusco sul Naviglio, il 6 Novembre 2020, è stata promossa una manifestazione pacifica dei commercianti contro le misure restrittive per fronteggiare l’emergenza coronavirus: molte persone sono in seria difficoltà e pongono problemi comprensibili.
Tuttavia, a prendere la parola in Piazza Matteotti, è stato proprio Francesco Polacchi, intento a sbraitare invettive contro il Governo e l’Amministrazione comunale senza proporre nulla di concreto.
Ci preoccupa che qualcuno possa strumentalizzare le serie difficoltà dei cittadini e la Storia ci ha già mostrato la direzione che possono prendere simili dinamiche.
Ma lo ripetiamo: Cernusco è una città democratica e antifascista. È nostro compito proteggere e difendere i valori della nostra Città che sono gli stessi della nostra Costituzione.
È nostro compito tenere gli occhi aperti e vigilare affinché le loro convinzioni rimangano solo erbacce. Il suolo cernuschese farebbe comunque morire ogni loro tentativo di piantare radici più salde.
E si sa, i fiori sono sempre più numerosi delle erbacce.