È successo di nuovo. Per l’ennesima volta il Ministero dell’Università ha posticipato di quasi due settimane le assegnazioni per i circa 14.500 vincitori del concorso per le scuole di specializzazione in medicina 2020, nel ben noto contesto di una pandemia di portata storica che in questi terribili mesi ha più volte portato in sofferenza un sistema sanitario cronicamente sotto organico.
Purtroppo questa è una situazione che ormai va avanti di rinvio in rinvio dal 5 ottobre, quando il Ministero guidato dal professor Manfredi ha bloccato per la prima volta la pubblicazione della graduatoria del concorso senza dare inizialmente alcuna spiegazione. Solo in seguito, grazie ai social e al passaparola, è emerso come la causa dei rinvii siano stati dei ricorsi presentati al TAR e poi al Consiglio di Stato da parte di alcuni concorrenti, portando a conseguenti ritardi nell’assegnazione dei posti ai candidati vincitori. Quello che ha lasciato ogni volta me e i miei colleghi a dir poco basiti è stata una comunicazione praticamente inesistente da parte di canali ufficiali, che dimostra evidentemente una totale assenza di considerazione nei confronti di 24.000 giovani medici che hanno partecipato al concorso.
Non è accettabile mantenere nel limbo dell’incertezza migliaia di medici senza mai dare spiegazioni esaustive, con vaghe promesse di cronoprogrammi e di assegnazioni mai avvenute.
Il 3 dicembre, per la prima volta dopo due mesi e mezzo, il Ministro si è degnato di aprire una comunicazione diretta con noi attraverso un breve videomessaggio sui social pieno di vuote rassicurazioni, che è stato quasi immediatamente sommerso di commenti indignati. Forse meglio nessuna comunicazione piuttosto che una presa in giro.
Non stiamo semplicemente parlando di un disguido di poco conto o di un capriccio da ragazzini, ci sono migliaia di persone in attesa di scoprire se saranno costrette a trasferirsi in un’altra città nel bel mezzo delle festività natalizie, visto che la data ufficiale di inizio è per ora rimasta fissata al 30 dicembre. Se non bastasse la beffa possiamo anche aggiungere il danno, considerato che molti di questi giovani medici stanno rinunciando a lavorare o si stanno dimettendo da incarichi precedenti per poter prendere servizio alla data prevista, con il forte sospetto che subirà anch’essa uno slittamento in avanti.
Che dire infine del danno arrecato all’intero sistema sanitario e ai cittadini? Sicuramente non possiamo pensare che un neospecializzando abbia le competenze di uno specialista con anni di carriera, ma secondo molti di noi non è tollerabile che durante un’emergenza sanitaria invece di adottare misure d’urgenza per iniettare il prima possibile giovani energie nel sistema sanitario nazionale si permetta un tale ritardo.
Ancora una volta questo Stato pensa di consolarci con una pacca sulla spalla, raccontandoci che andrà tutto bene senza darci alcuna garanzia.
Siamo stanchi di dover sopportare la retorica della bellezza del nostro Sistema Sanitario Nazionale quando non si presta nemmeno la dovuta attenzione a chi decide di dedicarvi la propria professionalità costruita in anni di studi, salvo lamentarsi quando vengono pubblicati dati sui giovani medici italiani emigrati all’estero.
Vogliamo che la nostra voce venga ascoltata, che finalmente si diano risposte e soluzioni ad un’intera generazione di medici che vuole semplicemente lavorare e completare il proprio percorso formativo.