Redatto dal Tavolo Esteri – Europa
Nonostante le polemiche riguardanti Dua Lipa e Rod Stew art, domenica 20 novembre 2022 sono iniziati i mondiali di calcio in Qatar.
L’evento sportivo organizzato dalla Federazione internazionale delle associazioni calcistiche, cioè la Fifa, ha però scatenato una lunga serie di polemiche che vanno avanti ormai da diversi mesi, e che riguardano in particolare le morti sul lavoro causate dalla costruzione degli stadi per ospitare l’evento e una mancata tutela dei diritti civili e umani nel paese arabo.
Il governo del paese ospitante ha cercato in tutti i modi di nascondere la verità, ma la realtà dei fatti è ben nota e rivela dettagli non poco inquietanti sulla messa in piedi dell’evento sportivo.
In seguito all’inchiesta del Guardian, infatti, non è possibile rimanere indifferenti rispetto a quanto successo nel piccolo emirato.
12 morti alla settimana per undici anni
Ben 6751 sono gli esseri umani che hanno perso la vita per mettere in piedi arene contenenti decine di migliaia di persone : Il numero delle vittime, accumulato negli undici anni che sono serviti per l’organizzazione dell’evento, corrisponde a una media di dodici persone a settimana.
Nonostante le autorità del Qatar abbiano dichiarato, falsamente, che il numero di persone decedute legate alla costruzione degli stadi sia solo 37, con un’analisi più dettagliata si può scoprire che in realtà sono 2711 le persone decedute provenienti dall’India, 1018 quelle provenienti dal Bangladesh,1641 dal Nepal, 824 dal Pakistan e 557 dallo Sri Lanka.
Dati molto diversi da quelli rilasciati dal governo Qatariota e che svelano tutta l’ipocrisia dell’emirato di Tamin bin Hamad Al Thani.
La situazione, tuttavia, si mostra essere grave non solo dal punto di vista delle condizioni (di sicurezza) lavorative ma anche per quanto riguarda i diritti civili.
Le minoranze: oppressione e invisibilità
Fanno, anche, riflettere i dati riguardanti le condizioni di vita della comunità LGBTQIA+.
A partire dal 2004 nel codice penale del Qatar sono stati inseriti l’articolo 296.3 e 296.4; il primo stabilisce la reclusione dagli uno a tre anni per “condotta omosessuale”, il secondo punisce chi “induca o tenti un uomo o una donna, in qualsiasi modo, a compiere atti contrari alla morale o illegali”.
Nel paese emirato, infatti, le relazioni omosessuali sono criminalizzate e costano sette anni di galera, mentre le persone transgender arrestate, secondo uno studio di Amnesty international, sono costrette a seguire “terapie di conversione” come condizione necessaria per essere scarcerate.
È talmente raccapricciante che secondo l’ LGBT Equality index il Qatar risulterebbe solamente al centottantaquattresimo posto su centonovantotto paesi più “LGBQ Friendly”.
Durante i mesi di ottobre e novembre diverse associazioni per i diritti umani avevano denunciato episodi in Qatar dove persone LGBTQIA+ erano state arrestate dalle forze dell’ordine solo per il loro orientamento sessuale, ed erano state costrette a mostrare i contenuti dei loro cellulari privati.
Si parla, quindi, di una situazione che per quanto grave e nota da tempo non ha impedito a questo paese di ospitare uno degli eventi sportivi più attesi e importanti al mondo.
E l’impatto ambientale?
Non sono mancate neanche le polemiche per quanto riguarda l’impatto ambientale che ha avuto questa competizione: Infatti era stato annunciato che quello del Qatar sarebbe stato il primo mondiale di calcio ad emissioni nette zero, mentre invece ci saranno il 71% di emissioni in più rispetto all’edizione precedente del 2018.
Bisogna ricordare che un evento come i mondiali di calcio è una manifestazione che non può non generare molte emissioni: Infatti per organizzare una competizione del genere è necessario un utilizzo straordinario di energia e la costruzione di enormi impianti.
Quello che dovrebbe fare uno stato che accoglie questo tipo di manifestazioni è ridurre al minimo le nuove costruzioni e cercare di compensare le proprie emissioni: Ma così non è stato in questo caso.
Nonostante il greenwashing dello stadio riciclabile-scomponibile, degli otto stadi che verranno utilizzati durante il mondiale ben sette sono stati costruiti apposta per il torneo sportivo.
Per la compensazione delle emissioni il Qatar si era rivolto al Global Carbon Council, ma un rapporto di Carbon Market Watch ha dimostrato come gli unici due progetti proposti da questo ente non fossero sufficienti per controbilanciare l’inquinamento prodotto dai Giochi.
Allegri ma non troppo
Congratularsi per la vittoria sportiva della nazionale argentina non farà certamente sparire quelle che sono state le molte problematiche che hanno toccato da vicino questo mondiale.
Ed è quindi assolutamente lecito chiedersi quanto ne sia valsa la pena di organizzare un tale evento sportivo in un paese che, al momento, si trova ad essere al centro del mondo per scandali su argomenti come i diritti umani, l’ambiente e la corruzione.
Lo sport, ad ogni livello, dovrebbe rappresentare un momento di inclusione, estraneo a questioni politiche e dove a vigere sia la trasparenza: così non è stato.
Quello che rimane da fare è sperare che i prossimi mondiali vadano diversamente e che quanto scoperto negli ultimi tempi serva da monito per tutti noi.