fbpx
di Gabriele Foi e Michelangelo Colombo

Per un introduzione

Il 26 luglio, nella capitale del paese, Niamey, un gruppo di soldati della Guardia presidenziale del Niger, un’unità speciale dell’esercito, circonda il palazzo del presidente Bazoum e gli edifici dei principali ministeri. Il ministero degli esteri nigeriano prende una posizione dichiarando che i golpisti non hanno tutto il sostegno dell’esercito, ma poco dopo viene smentito dallo stato maggiore dell’esercito, che invece si schiera con i golpisti. Il presidente Bazoum ha scritto in un tweet che le conquiste democratiche ottenute dal Niger in questi anni saranno salvaguardate “dai nigeriani che amano la democrazia e la libertà”.

La sera il neo costituito Consiglio Nazionale della Salvaguardia della Patria, composto da nove soldati, annunciano in diretta sulla televisione nazionale di aver deposto il presidente Bazoum, affermando che: “Noi, le forze di difesa e di sicurezza abbiamo deciso di porre fine al regime che conoscete.” Oltre al presidente, la costituzione è stata sospesa, i confini sono stati chiusi ed è stato istituito un coprifuoco notturno.

Il generale Abdourahmane Tchiani, comandante della Guardia presidenziale, ha organizzato il colpo di stato militare ed è diventato il nuovo uomo forte del Niger. Tchiani, 62 anni, originario della regione occidentale di Tillabéri, ha guidato la Guardia presidenziale dal 2015 ed è stato dichiarato nuovo capo di Stato in Niger a seguito del suddetto golpe.

 

Il 26 luglio, nella capitale del paese, Niamey, un gruppo di soldati della Guardia presidenziale del Niger, un’unità speciale dell’esercito, circonda il palazzo del presidente Bazoum e gli edifici dei principali ministeri. Il ministero degli esteri nigeriano prende una posizione dichiarando che i golpisti non hanno tutto il sostegno dell’esercito, ma poco dopo viene smentito dallo stato maggiore dell’esercito, che invece si schiera con i golpisti. Il presidente Bazoum ha scritto in un tweet che le conquiste democratiche ottenute dal Niger in questi anni saranno salvaguardate “dai nigeriani che amano la democrazia e la libertà”.

La sera il neo costituito Consiglio Nazionale della Salvaguardia della Patria, composto da nove soldati, annunciano in diretta sulla televisione nazionale di aver deposto il presidente Bazoum, affermando che: “Noi, le forze di difesa e di sicurezza abbiamo deciso di porre fine al regime che conoscete.” Oltre al presidente, la costituzione è stata sospesa, i confini sono stati chiusi ed è stato istituito un coprifuoco notturno.

Il generale Abdourahmane Tchiani, comandante della Guardia presidenziale, ha organizzato il colpo di stato militare ed è diventato il nuovo uomo forte del Niger. Tchiani, 62 anni, originario della regione occidentale di Tillabéri, ha guidato la Guardia presidenziale dal 2015 ed è stato dichiarato nuovo capo di Stato in Niger a seguito del suddetto golpe.

La Reazione delle Grandi potenze

La Reazione delle Grandi potenzeIn qualità di Presidente del Consiglio Nazionale per la sicurezza della Patria, il generale Abdourahmane Tchiani, ha chiesto ai partner “di livello tecnico e finanziario e  agli amici del Niger di comprendere la situazione specifica del nostro Paese per assicurare tutto il supporto necessario, al fine di consentirgli di affrontare le sfide”.La reazione delle (ex) potenze locali, tuttavia, non si è fatta attendere: la Francia, tramite una nota diplomatica, ha fatto sapere di “non riconoscere le autorità che hanno preso il potere con un golpe in Niger, guidato dal generale Tchiani”. Secondo Parigi “Mohamed Bazoum, democraticamente eletto dal popolo del Niger, è il solo presidente del Paese”. La Francia infine domanda “nella maniera più ferma” il ripristino “immediato” dell’ordine costituzionale in Niger “come richiesto dalla comunità internazionale”.L’Alto rappresentante dell’Unione Europea Josep Borrell ha affermato che “il presidente Bazoum è stato eletto democraticamente, è e rimarrà quindi l’unico rappresentante legittimo del Niger”, e per questo “l’Unione Europea non riconosce e non riconoscerà le autorità scaturite dal golpe”, chiedendo il rilascio incondizionato del presidente. Per Borell “questo inaccettabile attacco all’integrità delle istituzioni repubblicane del Niger non rimarrà senza conseguenze per il partenariato e la cooperazione che lega l’Unione Europea e il Niger, in tutti i suoi diversi aspetti. A questo proposito, oltre all’immediata cessazione del budget per gli aiuti, tutte le azioni di cooperazione nel campo della sicurezza sono sospese sin da oggi con effetto immediato”.Il segretario di Stato Usa Antony Blinken ha chiamato il presidente del Niger, ribadendo “il sostegno incrollabile” degli Stati Uniti, che lavoreranno per garantire il ripristino del governo democratico nel Paese. Secondo il segretario di Stato americano Bazoum ha avuto un ruolo importante nel promuovere la sicurezza non solo in Niger, ma nella più ampia regione dell’Africa occidentale.Dopo che Parigi ha sospeso gli aiuti a seguito del colpo di Stato, migliaia di manifestanti a favore dei golpisti si sono radunati nelle strade principali della capitale per protestare e alcuni hanno tentato l’assalto all’ambasciata francese. Al grido “Viva Putin, “Viva la Russia, e “Abbasso la Francia”i manifestanti hanno strappato la targa con la scritta “Ambasciata francese in Niger”, per poi calpestarla e sostituirla con bandiere russe e nigeriane, denunciando con forza l’ex potenza coloniale da cui il Paese ha ottenuto l’indipendenza nel 1960. La folla è stata poi dispersa dall’esercito regolare.Il governo francese ha condannato le violenze dinanzi alla sua ambasciata a Niamey e ha chiesto alle autorità di garantire la sicurezza. “Chiunque attacchi cittadini; militari, diplomatici e diritto di passaggio francesi vedrebbe la Francia rispondere in modo immediato e senza esitazioni. Emmanuel Macron non tollererà alcun attacco contro la Francia e i suoi interessi” si legge nella nota dell’Eliseo.Di fronte alla presa di posizione della Francia, la giunta militare ha tolto l’immunità diplomatica all’ambasciatore francese Sylvain Itte e ne ha ordinato l’espulsione, con una lettera inviata dal ministero degli esteri nigerino al corrispettivo francese. La ministra degli Esteri francesi Catherine Colonna ha replicato che la giunta non ha alcuna autorità per espellere gli ambasciatori. Parigi, infatti, non riconosce infatti i golpisti come leader legittimi del paese: per questo, il presidente Emmanuel Macron ha dichiarato il 28 agosto che l’ambasciatore resterà nel paese nonostante le pressioni della giunta e ha ribadito il sostegno della Francia al deposto presidente del Niger.In seguito, i ministri degli esteri dell’Unione Europea si sono riuniti a Toledo, per discutere tra le varie questioni anche del paese africano: la riunione punta a favorire una soluzione diplomatica per uscire dalla crisi e scongiurare così l’opzione militare.

Guerre e instabilità: il contesto in cui opera la Wagner

Wagner è una società militare privata di origine russa che opera in Africa dal 2017. La sua presenza nel continente è stata oggetto di crescente preoccupazione da parte della comunità internazionale, a causa delle violazioni dei diritti umani e degli abusi che sono stati attribuiti ai suoi membri. Quest’ultima lavora in un contesto di guerre e instabilità: l’atmosfera di incertezza e vulnerabilità in Niger potrebbe infatti facilitare l’infiltrazione di questa organizzazione dell’apparato militare e statale del paese.
La società militare, spesso, viene chiamata proprio per gestire situazioni di crisi che i governi centrali fanno fatica a controllare I paesi in cui la Wagner, al  momenti, è più attiva in Africa sono:

  • Central African Republic (CAR):  Wagner è stata accusata di crimini di guerra e crimini contro l’umanità nel corso della sua missione in CAR. È stata anche accusata di aver aiutato il governo a silenziare l’opposizione e a consolidare il proprio potere.
  • Libia: la società qui era stata coinvolta nel conflitto in Libia, sostenendo il generale Khalifa Haftar. Si è ipotizzato che Wagner abbia anche cercato di ottenere il controllo delle risorse energetiche del paese.
  • Mali: la Wagner è stata chiamata a sostenere il governo del Mali nel 2021, in seguito al colpo di stato militare. È stata accusata di aver commesso crimini di guerra e crimini contro l’umanità nel corso della sua missione.
  • Sudan: dove è attualmente accusata di aver aiutato il governo del Sudan a reprimere le proteste contro il colpo di stato militare del 2021.

Tuttavia la presenza della Wagner è spesso associata a preoccupazioni per violenze contro i civili, violazioni dei diritti umani e destabilizzazione dei paesi ospitanti. Le operazioni della compagnia sono criticate per essere motivate principalmente da interessi economici anziché da obiettivi di stabilizzazione e pace.

Inoltre, la crescente influenza russa in Africa grazie alle attività della Wagner solleva interrogativi sulla dinamica geopolitica tra Russia, Europa e Stati Uniti nel continente africano: l’espansione delle attività della compagnia Wagner in Africa, caratterizzate da coinvolgimento in conflitti e sfruttamento delle risorse minerarie, evidenzia il suo ruolo come strumento di politica estera russa per accrescere l’influenza geopolitica e ottenere vantaggi economici nel continente.

La reazione degli stati africani

L’ECOWAS, la Comunità economica degli Stati dell’Africa occidentale, ha condannato fermamente il colpo di stato in Niger del 27 luglio 2023. In un comunicato stampa, l’organizzazione ha affermato che il golpe rappresenta una “minaccia alla stabilità e alla democrazia del Niger” e ha chiesto l’immediata liberazione del presidente Mohamed Bazoum e di tutti gli altri funzionari detenuti dai golpisti.

Quest’ultima ha anche sospeso il Niger dalla partecipazione ai suoi organi decisionali e ha imposto sanzioni economiche al Paese, tra cui la chiusura delle frontiere e il blocco dei trasferimenti di denaro. L’organizzazione ha inoltre minacciato di intervenire militarmente se il colpo di stato non fosse stato rovesciato.

Il 10 agosto 2023, l’ECOWAS ha dato il via libera ad un intervento militare in Niger “il prima possibile”. La decisione è stata presa dopo che i golpisti non hanno rispettato l’ultimatum dell’organizzazione di rilasciare il presidente Bazoum e di ripristinare l’ordine costituzionale.

L’intervento militare dell’Unione economica è stato duramente criticato da alcuni Paesi, tra cui la Russia e la Cina, affermando che l’intervento è un’ingerenza negli affari interni del Niger e che viola il principio di non interferenza.

Che cosa succeda ora, nessuno lo sa con certezza. I militari golpisti del Niger, infatti, continuano a sfidare il blocco occidentale impedendo che una delegazione dell’ECOWAS raggiunga Niamey e chiudendo le porte a un negoziato sempre più in salita. Nonostante nessuna soluzione sia stata scartata dal tavolo, quella diplomatica sembra sempre essere la preferita da tutte le forze in gioco: un eventuale intervento militare, oltre a preoccupare gli attori locali, chiamerebbe in causa anche l’attenzione dell’Occidente, della Russia e soprattutto della Cina, aprendo un nuovo fronte nello scacchiere internazionale.

Quanto sta accadendo in Niger, tuttavia, risulta essere di notevole importanza per gli interessi strategici europei: il controllo dei flussi migratori passa da questo stato – chiave, così come la messa in sicurezza della regione dai traffici illeciti e dalla minaccia jihadista.

La sospensione degli aiuti economici di Bruxelles, infatti, oltre a pesare sulla condizione economica della popolazione nigeriana, causerà anche una lievitazione del numero di persone che tenteranno di lasciare il paese per dirigersi verso le frontiere europee: parlando del terzultimo stato per Indice di Sviluppo Umano, la situazione non promette nulla di buono.

 

Redazione GD

Redazione GD

La Redazione è lo spazio di approfondimento e confronto pubblico dei Giovani Democratici di Milano Metropolitana!

Leave a Reply

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.