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Da qualche anno, destra e sinistra in tutto il mondo hanno ricominciato a dibattere animosamente dei monumenti. A colpi di cancel culture gender ideology, il confronto politico si gioca, al giorno d’oggi, anche sulla cultura, la memoria e i ricordi sociali. Statue?! è la rubrica dei GD Milano che intende affrontare la questione, analizzando casi da tutto il mondo per gettare luce su questa dinamica contemporanea!


di Serxho Marku

Teatro Nazionale albanese

Perché vale la pena ricordare il Teatro Nazionale albanese, a distanza di 4 anni dalla sua demolizione?

Costruito a fine anni ’30 dal regime fascista italiano, tramite il progetto dell’architetto italiano Giulio Bertè, inizialmente venne utilizzato come cinema dai soldati italiani. Durante la dittatura comunista venne chiamato “Teatro popolare”, mentre nel giugno del 1991, a seguito della fine del regime comunista, prese il nome di “Teatro Nazionale”. Nel 2018 il governo albanese annuncia l’intenzione di demolire l’edificio per poter costruire alcuni grattacieli alti diversi piani, ma incontra una dura resistenza da parte di attivisti, artisti, politici, studenti e cittadini. Diversi cittadini e intellettuali fondano “L’alleanza per la difesa del teatro” che ha l’obbiettivo di difendere l’edificio attraverso diverse attività sociali e proteste. Nonostante l’intensità delle proteste e il numero di cittadini che si schiera in difesa del teatro aumenta significativamente, il premier Rama tira dritto. Nel giugno 2018 il governo fa una proposta di legge speciale per consentire la concessione del suolo del teatro ad un investitore privato senza una gara d’appalto. Dopo diverse minacce e tentativi di corruzione il 28 giugno il sindaco di Tirana, Erion Veliaj, annuncia di aver trovato un accordo con i rappresentanti del gruppo in difesa del teatro, ciò porta ad una divisione tra coloro che vogliono proseguire la lotta per la difesa del teatro e chi invece si è arreso di fronte al governo.

 

 

Manifestanti sfilano con lo slogan #proteggiilteatro

Nel luglio successivo il parlamento approva la legge speciale sul teatro, e per la prima volta viene presentato il progetto che prevede anche la costruzione di un grattacielo alto più di 20 piani.

Il 24 luglio 2019 c’è uno scontro tra la polizia e gli attivisti, mentre l’edificio viene circondato alcuni attori ed attivisti riescono ad entrare al suo interno dove rimangono per diverse ore. Dopo questo evento gli attivisti iniziano a ‘sorvegliare’ il teatro 24 ore al giorno e tutti i giorni, all’interno vengono organizzate diverse attività culturali gratuite come mostre, esibizioni e spettacoli di vario genere.

L’allora presidente della repubblica, Ilir Meta, nel tentativo di bloccare il processo presenta la proposta di legge speciale alla Corte costituzionale albanese dichiarando che la proposta di demolizione rappresenta un atto “criminale e anticostituzionale”.

Nel novembre 2019 un terremoto di grande intensità colpisce l’Albania, il governo coglie la palla al balzo rilasciando false testimonianze secondo cui l’edificio è a rischio crollo, ma viene smascherato da diversi ingegneri strutturali ed altri esperti.

Nel marzo 2020 Europa Nostra, la federazione pan-europea per il patrimonio culturale, inserisce il teatro nella lista di uno dei 7 monumenti a rischio per l’anno 2020. Nella notte tra il 16 e il 17 maggio 2020 diverse centinaia di agenti di polizia circondano la struttura mentre molti attivisti vengono arrestati. Le immagini della demolizione del teatro girano sui media nazionali ed internazionali. Mentre l’opposizione politica accusa il governo di aver demolito il teatro per poter riciclare denaro sporco. Per molti la distruzione del teatro simboleggia l’arrivo dell’autocrazia nel paese.

Attivista arrestato durante gli scontri tra polizia e manifestanti il 17/05/2020

 

Scontro tra polizia e manifestanti il 17 maggio 2020

Oltre al teatro nazionale negli ultimi anni il governo ha messo fuori uso una serie di istituzioni culturali albanesi che si trovano nella capitale, tra le quali:

La Galleria delle Arti di Tirana è stata chiusa nell’ottobre 2021 per restaurazione, inizialmente si era previsto di concludere i lavori entro 24 mesi ma nell’ottobre 2023 il ministero della cultura ha aggiunto altri lavori al progetto. Le antiche case chiamate “Sarajet e Toptanave” sono andate distrutte a causa di un incendio nel 2021, il comune di Tirana ha promesso che avrebbe ristrutturato le abitazione per poterle trasformare in un Museo etnografico ma ancora oggi non il tutto è ancora fuori uso.

La promessa della costruzione del nuovo Museo “Besa”, che sarebbe dovuto essere costruito nella zona chiamata “Shtepia e Libohovitve”, ancora non è stata mantenuta, al momento non c’è una data in cui è previsto l’inizio dei lavori. Nell’ottobre del 2021 è stata smontata la tenda del Circo di Tirana e da tre anni gli artisti si sono trasformati ormai in un Circo ambulante. Mentre lo spazio che un tempo era adibito al Circo ora è diventato un parcheggio per auto.

Il Teatro delle bambole è stato chiuso per ristrutturazione nell’anno 2022 ma al momento sembra che i lavori proseguino molto lentamente.Edi Rama con la sua politica da autocrate sta restaurando molte delle istituzioni culturali albanesi cancellando così una parte della storia albanese.

Redazione GD

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La Redazione è lo spazio di approfondimento e confronto pubblico dei Giovani Democratici di Milano Metropolitana!

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