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di Michelangelo Colombo

In politica, come nella vita quotidiana, non è facile prendere una scelta importante, perché ci sono poi delle conseguenze sulla vita delle persone. Benché viviamo in un mondo dove sempre più persone mal preparate ricoprono incarichi pubblici e l’unica cosa che conti per loro sembrerebbe avere più follower su instagram, sono convinto che ci siano ancora donne e uomini in Parlamento (e non solo), che riflettono molto prima di prendere una decisione importante. Scegliere con chi allearsi alle elezioni per poter poi formare un governo è una decisione molto importante e uno dei punti principali sui quali è importante andare d’accordo è quale politica estera seguire, come ad esempio sostenere con aiuti militari o no un Paese vicino del proprio continente aggredito da un altro Paese. E’ il caso dell’Ucraina, aggredita ed invasa dalla Russia al fine di impedire non soltanto l’adesione di Kiev alla NATO e all’Unione Europea, ma anche per bloccare lo sviluppo della democrazia che era in corso e per riaffermare le ambizioni imperiali di una nazione che non accetta di non essere più una superpotenza. Ci sono persone che hanno espresso il proprio sostegno all’Ucraina, mentre altri preferiscono sospendere gli aiuti militari e accusarla di aver iniziato la guerra, come ha fatto il presidente degli USA Donald Trump. In Italia Giuseppe Conte, presidente del Movimento 5 Stelle, ha fatto sue le dichiarazioni di Trump, generando un forte dibattito politico. In un primo momento la dirigenza del Partito Democratico, compresa la segretaria Elly Schlein, non ha scelto di non commentare ed è più che comprensibile il motivo: la segretaria del PD sta lavorando da tempo per riunire in una sola coalizione di centro-sinistra tutte le forze politiche riformiste e progressiste che si oppongono al Governo Meloni. Purtroppo le affermazioni di Conte hanno provocato una breccia dentro al “Campo Largo” perché il segretario di Azione, Carlo Calenda, ha dichiarato che non si alleerà con il M5S e ha chiesto al PD di fare una scelta di campo: con Azione o con il M5S per l’appunto. 

 

Alcuni esponenti del PD, come l’eurodeputato Giorgio Gori,  hanno criticato le affermazioni del presidente pentastellato. Altri dell’ala più a sinistra del PD non hanno commentato, forse perché in parte sono d’accordo con quanto affermato da Conte, ma non hanno il coraggio di affermarlo pubblicamente. Anche i leader di Alleanza Verdi Sinistra hanno criticato le affermazioni di Trump. Il presidente del M5S, viste le reazioni degli alleati, ha cercato di aggiustare il tiro chiarendo che trova inquietanti le affermazioni di Trump e di non condividere l’attacco frontale fatto al presidente ucraino Zelensky, dichiarandosi quindi contrario soltanto all’invio di armi, quella che lui definisce “la propaganda bellicista dell’Occidente”. Elly Schlein, durante la trasmissione “Accordi&Disaccordi”, in onda alle 21.30 sul canale Nove il 23 febbraio, ha dichiarato che non condivide le affermazioni del presidente statunitense e trova sbagliato condividerle anche solo in parte, oltre a precisare che se dovesse il PD governare assieme al M5S è convinta che si riuscirà a trovare una sintesi condivisa da entrambi. 

La segretaria del PD ha cercato di riparare allo strappo provocato da Conte, perché una rottura della coalizione di centro-sinistra gioverebbe al Governo Meloni, che tira a campare proprio grazie alle divisioni all’interno dell’opposizione. Anche nella stessa maggioranza di governo ci sono delle differenze, e nonostante la posizione presa da Marina Berlusconi, Forza Italia è ancora legata alla Lega e a Fratelli d’Italia, sia perché Antonio Tajani sostiene questa scelta sia perché i forzisti pensano che non ci siano alternative all’orizzonte. L’8 marzo a Roma sarà presentato il nuovo partito liberal-democratico, nato dalla fusione tra NOS, Orizzonti Liberali, Liberali Democratici Europei e Liberal Forum, che potrebbe in futuro far da ponte per un’alleanza composta da tutte le forze democratiche ed europeiste che non intendono piegarsi né a Trump né tantomeno a Putin e alla Cina. Lasciando da parte la fantapolitica quel cont adesso è di fare una scelta e di accettare le conseguenze che verranno: la scelta della segretaria del PD di rimanere alleata del M5S potrebbe portare ad una spaccatura dentro al suo stesso partito ed a nuove scissioni, che potrebbero portare ad una nuova Margherita o a un nuovo PD più riformista, oppure a nulla di tutto ciò. Quello che è importante è scegliere, perché il non scegliere ci costringe a vivere in reazione alle decisioni degli altri e non ad essere padroni della nostra vita. Auspico che si inizi a lavorare su un vero programma di governo, come è stato fatto per le 88 tesi dell’Ulivo nel 1996. Concludo ricordando che nella vita abbiamo sempre una scelta e abbiamo sempre la possibilità di fare quella giusta.

Redazione GD

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La Redazione è lo spazio di approfondimento e confronto pubblico dei Giovani Democratici di Milano Metropolitana!

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