di Francesco Petracca
Dopo il lavoro degli ultimi anni della nostra Redazione, vogliamo finalmente dimostrare che nessun organo giornalistico può competere con la nostra qualità [sic!; N.d.R.]. Per questo proponiamo una recensione seria e imparziale dei maggiori quotidiani italiani, nella speranza che possano sfruttare il nostro modello per migliorarsi. I vari direttori editoriali sappiano che non c’è bisogno di ringraziamenti.
Corriere della Sera:
Il classico, l’eterno, l’immutabile. È il cappotto nero con la bombetta, la berlina, il Teatro alla Scala, è il democristiano per eccellenza, il sangue giolittiano, l’industriale ottocentesco. Conosce tutti e tutti conoscono lui; si fa traghettare e traghetta, senza saperlo. È timido, taciturno, moralista, con i baffi mal curati e le dita tremanti. A metà strada tra l’istituzione e la popolarità, tra l’editoriale salvifico e il titolo clickbait. Pronto a rispristinare l’ordine, è il primo che scatena il caos degli scandali, per poi tirarsi indietro senza responsabilità come una divinità greca. È l’internet explorer dell’informazione, il nokia del giornalismo. Non puoi neanche lamentarti troppo perché sai a cosa vai incontro se lo leggi. È mediocre e sbrigativo come l’Italia.
Assomiglia al potere ma ne è succube [Massimo Gramellini; N.d.R.].
Pare che tanti lettori lo leggano solo online, ma lui non sa cosa vuol dire.
Voto: 5/10
la Repubblica:
A sfogliare la prima pagina si sente l’odore di borghesia romana, ed è infatti un giornale folto ma leggero come i pini marittimi. C’è tutto quello che serve per un bel mappazzone: l’ostentato progressismo, la cultura superficiale e approssimativa, la serenità intellettuale di un pomeriggio soleggiato. È l’amico che ti fa la ramanzina se butti una felpa usata, ma ha un account premium per ogni sito di fast fashion. Da lontano è anche bello ma quando ci entri è vuoto come un’istallazione del Fuorisalone.
Fa tanto il radicale e l’alternativo ma in fondo è uguale a quello di sopra; sono fratelli che si contendono il primo posto e ogni tanto si sorridono.
Una volta ci scriveva Calvino, oggi Michele Serra. Tempo fa a leggere certi articoli ci prendeva un colpo, ma ormai ci abbiamo fatto l’abitudine e siamo delusi in partenza. Se qualcuno sulle sue pagine critica il signore che inizia per E e finisce per N (non stiamo parlando di Erdogan) subisce come tortura un incontro di tre ore con l’AI di Gianni Agnelli.
Voto: 5/10
Il Fatto Quotidiano:
Tagliente, subdolo e meschino. Stiamo parlando della patria del complottismo e delle dietrologie. Qualcuno dice che Dio abbia usato il Fatto come campione per creare Sigfrido Ranucci. È un giornale rosso ma non è di sinistra, è violento ma non è di destra. Dopo aver letto qualche riga, si forma a lato del volto un sorrisino malefico, proprio come succede al suo direttore. È il mostro che nasce mescolando indignazione e sensazionalismo montanelliano. Tuttavia, ogni volta che qualcuno lo chiama Fatto Putiniano guadagna 1000 punti aura.
Voto: 4/10
Il Foglio:
Conosciuto anche come il giornale con più vicedirettori nel continente eurasiatico, siamo di fronte a un’opera d’arte incompresa. È il giornale liberal, smart, fresh. È il sigma male del nuovo millennio: si sveglia alle 3, si allena, fa una doccia fredda, legge 2 paragrafi di un libro
motivazionale e va a fare colazione. È convinto di essere migliore di tutti perché s’impegna davvero e lavora quando gli altri dormono. Non gli manca proprio nessun difetto: compra vestiti di marca per fingere di essere ricco, odia i poveri, produce almeno un commento misogino all’ora, chiama i cittadini di altri continenti “gli incivili”. Gli piace l’antichità ma ammira anche l’Illuminismo, sebbene non sappia nulla di entrambi. È la versione skinny di Vannacci, la riproduzione cartacea di Gianbruno.
Il mezzo voto in più è solo per i disegni di Makkox e le colonne di Ester Viola.
Voto: 0.5/10
Libero:
Cartine per i drummini, foglio per appunti, carta per avvolgere il merluzzo, tovagliolo da tavola, panno per asciugare i piatti, munizioni per cerbottane. Insomma, Libero vi permette di fare davvero tutto a un prezzo bassissimo. Con un paio di monetine ottieni un prodotto polivalente ed efficace, utile per qualsiasi situazione. È il giornale perfetto. La sua fibra resistente e allo stesso tempo elastica vi permette di sfruttarlo per cucire una coperta d’inverno e asciugarvi la fronte d’estate. Se tutti sfruttassero questo potenziale nascosto, non avrebbe bisogno del sussidio statale.
Eventualmente potete usarlo per ricavare informazioni false o allenarvi per qualche gara di rutto Libero.
Voto: 10/10