Quattro miliardi di persone in oltre sessanta paesi sono chiamate alle urne nel corso del 2024. In tutti i continenti nazioni grandi e piccole, prospere e in crisi, libere e autoritarie si recheranno al voto. In uno scenario internazionale turbolento e imprevdebile i GD Milano vi offrono Global Election 2024, la rubrica che copre un intenso anno di elezioni globali. Leggi gli altri numeri qui
di Michelangelo Colombo
Il 20 ottobre si è svolto il primo turno delle elezioni presidenziali in Moldavia per rinnovare la Presidenza del paese, con un secondo turno il 3 novembre, che ha portato alla riconferma di Maia Sandu, già eletta nel 2020. Sono state delle elezioni considerate uno spartiacque nella storia della Moldavia, soprattutto perché si sono svolte in concomitanza del referendum per inserire “il desiderio di adesione all’Unione Europea” nella costituzione del paese. Vediamo nel dettaglio come Sandu è riuscita a prevalere sugli altri candidati.
Il quadro politico
Il Presidente della Repubblica di Moldavia, capo di stato ed eletto direttamente dai cittadini, svolge il ruolo di arbitro all’interno del sistema politico moldavo. I poteri di cui dispone gli permettono di avere l’ultima parola per la politica estera, mentre il resto è tutto nelle mani del Governo. Il Presidente ha il potere di nominare il Primo Ministro che deve essere poi approvato dal Parlamento. Grazie alla posizione che ricopre, il capo dello Stato riesce comunque ad nfluenzare la politica interna del proprio paese, soprattutto perché può partecipare alle sessioni plenarie del Parlamento e rivolgersi ad esso in qualsiasi momento su qualsiasi questione di interesse nazionale; inoltre detiene anche il potere di sciogliere il Parlamento e di indire elezioni anticipate. Infine il Presidente, per garantire il suo ruolo di arbitro imparziale, non può essere membro di un partito politico.
Maia Sandu il 23 dicembre 2015 ha fondato il Partito di Azione e Solidarietà (PAS), di centro-destra, europeista e membro osservatore del Partito Popolare Europeo (PPE). Nel 2016 è stata la candidata pro-Europa alle elezioni presidenziali, venendo sconfitta al secondo turno da Igor Dodon, candidato del Partito Socialista della Repubblica di Moldavia (PSRM). Dopo le elezioni parlamentari nel 2019, Sandu ha stretto un accordo di coalizione con il PSRM diventando la nuova Prima Ministra. Con il suo governo la Moldavia ha iniziato a fare passi avanti verso l’Unione Europea, ma dopo cinque mesi, il 14 novembre 2019, è stata sfiduciata dal PSRM proprio per le sue posizioni europeiste. Non lasciandosi scoraggiare, il 15 novembre 2020 ha trionfato alle elezioni presidenziali, sconfiggendo al secondo turno Dodon e diventando la prima donna Presidente della Moldavia. Nelle vesti di Capo dello stato, ha influenzato la politica del proprio Paese, riprendendo il processo di integrazione europea, anche grazie alla maggioranza assoluta che il PAS ha ottenuto alle elezioni parlamentari anticipate nel 2021. Oltre a fronteggiare la pandemia da COVID-19, Sandu ha dovuto fare i conti anche con le interferenze russe. La Presidente infatti si è impegnata per ridurre la dipendenza economica della Moldavia dalla Russia e si è schierata dalla parte dell’Ucraina nel suo conflitto contro le forze di Mosca. Nel febbraio del 2023 ha accusato la Russia di voler organizzare un colpo di Stato per rovesciare il governo moldavo e per sostituirlo con uno più vicino alle posizioni di Mosca.
La sfida tra l’Europa e la Russia
La Costituzione stabilisce che per diventare Presidente della Repubblica bisogna aver compiuto 40 anni, possedere la cittadinanza e avere la residenza in Moldavia da almeno 10 anni. La Costituzione pone anche il limite di due mandati consecutivi. E’ importante da sapere che il risultati delle elezioni possono essere ritenuti validi solo se l’affluenza è superiore o uguale al 33,3% (un terzo dell’elettorato). Se nessun candidato riceve la maggioranza dei voti, si tiene un secondo turno tra i primi 2 candidati due settimane dopo il primo turno. Il candidato con il maggior numero di voti al secondo turno diventa quindi Presidente.
Il rivale principale di Sandu era Alexander Stoianoglo, che era stato prima vicepresidente del parlamento e poi procuratore generale della Moldavia dal 2019 al 2021, quando era stato sospeso dallo stesso governo moldavo per delle accuse di corruzione. Nel 2023 la Corte europea dei diritti dell’uomo ha stabilito che il suo diritto ad avere un giusto processo era stato violato, ed è stato poi assolto nel febbraio del 2024. Scelto come candidato dal partito socialista, si è opposto alla modifica della Costituzione per inserire l’impegno della Moldavia ad aderire all’UE con il referendum tenutosi il 20 ottobre, dichiarando al tempo stesso non contrario al processo di integrazione europea. Ha anche promesso una politica estera “più equilibrata” tra Russia ed Europa.
Al primo turno Stoianoglo ha ottenuto il 26% dei voti mentre Sandu il 42% dei voti, portando entrambi al ballottaggio. Durante il dibattito presidenziale Sandu ha accusato il rivale di essere un candidato “cavallo di Troia” della Russia che vuole controllare la Moldavia. Stoianglo ha risposto di essere favorevole all’UE e di considerare che “il pericolo delle interferenze russe in Moldavia è altamente esagerato”, aggiungendo la sua volontà di ripristinare le relazioni con la Russia. Maia Sandu ha vinto il secondo turno, venendo confermata Presidente con il 55% dei voti.